Il mirto

Il mirto e la sua storia…
Arbusto sempreverde della famiglia delle myrtaceae, originario dell’Europa e dell’Asia, legnoso, molto ramificato con foglie dagli apici appuntiti, ovali o lanceolate, sessili e coriacee, di colore verde brillante e aromatiche, con venatura in rilievo nella pagina inferiore. Il mirto sopporta bene le temperature alte. I Fiori sono bianchi, con cinque petali, con stami prominenti. Il periodo di fioritura e fra giugno e luglio. Il frutto è una bacca blu-nera, edule. Pianta diffusissima in Sardegna: cresce spontanea insieme a varie altre essenze quali cisto, lentisco, ginepro, corbezzolo dando vita alla macchia mediterranea caratteristica di questa regione. Cresce spontaneoanche nel resto dell’area mediterranea.
Curiosità: dalle bacche si ricava il caratteristico liquore denominato mirto rosso, dalle foglie si ricava il liquore denominato mirto bianco. In Cucina le foglie e le bacche del mirto sono molto usate, in tutta l’area mediterranea, per insaporire i piatti di carne e pesce. Nell’antico Testamento è menzionato spesso perchè in Israele si intrecciavano ghirlande di mirto da offrire a giovani donne in occasione delle loro nozze. In diversi cerimoniali religiosi il legno di mirto si bruciava come l’incenso.
Il suo nome pare derivi da Myrsine, ragazza dell’antica Grecia, invincibile nelle gare atletiche e che venne trasformata da Pallade in arbusto di mirto. Il mirto era inoltre sacro anche alla dea Venere. La leggenda narra che questa, dopo essere nata dalle acque del mare di Cipro, trovò rifugio in un bosco di mirto.
Nome Gallurese: la Multa.
Il liquore
Il liquore di mirto (licòre de murta in sardo), detto semplicemente mirto o mirto rosso, è un liquore popolare, in Sardegna, Isola di Capraia e in Corsica, ottenuto per macerazione alcolica delle bacche di mirto o di un misto di bacche e foglie. Nell’accezione comune del termine, il liquore di mirto è ottenuto dalla macerazione di bacche pigmentate mature.
A questa tipologia fa riferimento specifico il termine di mirto rosso, per la colorazione conferita dagli antociani delle bacche. Una tipologia differente è il mirto bianco termine generico con cui si indica sia il liquore ottenuto dalla macerazione di bacche depigmentate sia quello meno comune ottenuto dalla macerazione delle foglie di giovani germogli. Quest’ultimo liquore ha caratteristiche organolettiche nettamente differenti dal liquore di mirto propriamente detto.