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San Michele Sanna – Santu Micali Sanna

 
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Posted 14 novembre 2013

 
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San Michele Sanna – Santu Micali Sanna la storia della Chiesa

Presso la chiesa campestre di San Michele, incastonata nella perete sinistravi è un’epigrafe così composta: «Sante michael Arcangele difende (nos) / In pr(o)elio ut non pereamus in tremendo Iudicio / redificavit istam ecclesiam Ioanes Andreas Cas. (araciu)… Opidi D… I / Eiusque Uxor nobilis docna Geroni(ma) Valentino eiusdem oppidi p.d. / Anno Domini 1650. D.P.» La lapide documenta che Giovanni Andrea Casaraciu e la moglie nobildonna Gerolama Valentino della medesima città fecero riedificare nel 1650 la chiesa di San Michele.
Il «Liber de visita general de Civita, Año 1740», fatta dal vescovo Cadello Salvatore Angelo in Cugia, elenca, tra le chiese con il loro titolo canonico e le relative feste rurali celebrate dalla collegiata di Tempio, la chiesa di San Michele, seguita da quella di Santa Elena e di Santa Maria la Mayor di Arzachena.

La statua dell’Arcangelo

fornisce qualche altro elemento utile per la storia della chiesa; dalle analisi fatte in occasione del restauro, risulta coperta da tre strati di pittura di epoca diversa: la più recente risale all’anno 1901 e porta nella base l’iscrizione «Dei Fratelli Sanna». Guardando il basamento in controluce si legge, invece, «San Michele Arcangelo – Rinnovato 1895 B», sicuramente la data del primo restauro.
La pittura originale, invece, risale alla seconda metà del Seicento, data presumibile della scultura. Lo scultore può essere un sardo che ha viaggiato e frequentato una delle tre scuole italiane di allora (napoletana, genovese, romana) ma anche quella francese.

Sono da studiare meglio il costume di San Michele, la sua armatura, l’elmo, i calzari, i gambaletti ed il mostro (in stile medioevale gotico) che rappresenta il diavolo.
Nella chiesa di San Michele Sanna – Santu Micali Sanna, sino a non molti anni fa’, si celebravano tre feste, rispettivamente, a maggio ed a settembre. I Sanna Manni festeggiavano San Michele il 29 settembre, mentre li Sannita, festeggiavano il Santo il 21 settembre e poi l’11 maggio. Alla vigilia della festa i cavalieri scendevano alla chiesa di Santa Maria per prelevare le bandiere e portarle alla chiesa di San Michele. Dopo aver fatto tre giri intorno alla chiesa, si cantavano i vespri. L’11 di maggio, dopo la celebrazione della messa, veniva servito il pranzo su una lunga tovaglia distesa per terra. Al termine della festa si riportavano le bandiere nella chiesa parrocchiale. In questi ultimi anni, con l’intervento della Sovrintendenza e le offerte dei fedeli, la vecchia chiesa è stata restaurata.
A due chilometri dalla chiesa di San Michele vi è quella di Sant’Elena tra i cui ruderi si è conservata l’architrave della porta d’ingresso con incisa la data A.D. 1631. Si può presumere che anche la prima chiesa di San Michele fosse coeva a questa.


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