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Posted 5 novembre 2012 in News
 
 

Balneazione libera su Mortorio Soffi e Nibani

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L’ente Parco ha deciso: Balneazione libera su Mortorio Soffi e Nibani

Dal 2013 Mortorio, Soffi e Nibani non saranno più isole proibite. I preziosi satelitti di granito e macchia mediterranea dell’arcipelago della Maddalena, dirimpettai della Costa Smeralda, dal prossimo anno smetteranno di essere off-limits per i diportisti. Il Parco ha deciso di inquadrare in modo diverso rispetto alla prima mappa dell’area protetta gli isolotti reclamati per anni da Arzachena. Secondo l’attuale “zoonizzazione”, cioè la divisione in zone di salvaguardia, Mortorio, Soffi e Nibani sono Ta, riserva integrale. Sulla carta il massimo livello di tutela. Consentito solo guardare. Divieti solo virtuali, snobbati sistematicamente dai turisti a bordo dei loro yacht.
Il presidente Giuseppe Bonanno ha deciso di mettere fine alla guerra fra le onde fra diportisti irrispettosi delle regole e blitz caccia-turisti delle forze dell’ordine. «La nostra idea è aprire le isole alla balneazione – spiega il neo presidente –. Oggi la tutela di rispetto integrale è solo sulla carta. Dal punto di vista dei controlli si tratta di un’area colabrodo. Impossibile monitorare una zona così vasta e così lontana. Al di là dell’impopolarità determinata dalla continua battaglia fra diportisti e forze dell’ordine, che bene non fanno all’immagine turistica del nostro territorio, questi divieti fanno più bene che male all’ambiente. Perché significano un maggior numero di barche che si spostano nel resto dell’arcipelago, già saturo di yacht e bagnanti».
Le novità per i tre isolotti sono già inseriti nella bozza del piano del Parco, in via di approvazione. Lo strumento di pianificazione deve essere aggiornato e alleggerito da alcune zavorre burocratiche. «Avrei difeso la tutela integrale di Mortorio e la chiusura alla balneazione se ne fossero derivati dei vantaggi ambientali – conclude Bonanno –. Il nuovo regolamento non significherà una minore protezione delle isole, tutt’altro. Si adoteranno dei sistemi di tutela come per esempio i campi boe. Il rischio per l’ambiente è maggiore oggi, con regole inapplicate, rispetto a come lo sarà in futuro. Una fruizione controllata credo che sia meglio di una finta chiusura totale».

Fonte: La nuova Sardegna


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